Lamezia Terme – Modifiche ad alcuni articoli e introduzione di nuovi commi al Codice penale, (in particolare agli articoli 52 e 54), che introducono l’avverbio ‘sempre’ che sembra prevedere una nuova e più ampia presunzione, una disposizione del Codice civile (articolo 2044) e altri assetti in materia di legittima difesa sono state l’argomento di discussione in un incontro organizzato dalla Fidapa e svoltosi in un hotel lametino. A partecipare al dibattito introdotto dalla presidente Fidapa-sezione Lamezia Enza Galati e coordinato dall’avvocato cassazionista Vittorio Angelo Montoro, sono stati in maniera attiva Paolo Carnuccio e il procuratore della Repubblica al Tribunale di Lamezia Terme Salvatore Curcio.
Il contenuto intervento di Curcio è stato prettamente di carattere giurisprudenziale, un dettagliato tracciato-percorso inerente le norme oggetto della riforma, riforma che con magliette e slogan ha fatto parlare di sé sui vari media, anche nazionali con pareri sia favorevoli sia contrari. “Ma – ha ribadito forte Curcio accompagnato dall’intervento di Carnuccio – “non sempre la difesa è legittima perché non possiamo fare i Tex Willer se non ci sono gli indiani”. “È necessario ottimizzare, ‘fare funzionare a dovere’, la lettura della riforma alla legittima difesa. Sono necessari – ha aggiunto – i presupposti essenziali affinché sia sussistente la legittima difesa se questi presupposti non ci sono un reato ad esempio un omicidio, sarà ascritto a omicidio colposo, perché è chiaro che se esiste il bene vita dell’aggredito esiste il bene vita dell’aggressore l’eccesso colposo – ha annotato – si ha quando si superano i limiti”.
Curcio ha anche sottolineando l’utilità di rilevare e stare attenti ai ‘buchi’ normativi della nuova legge, “soprattutto per quanto riguarda il reato di rapina”. Il Procuratore di Lamezia ha poi dato esempio di legittima difesa con alcuni flash ed episodi, come il controverso e dubbio caso della morte di Luciano Re Cecconi difensore della Lazio del primo scudetto, (stagione agonistica – 1973-1974), quando il calciatore entrato in una gioielleria con degli amici pare avesse simulato per scherzo, una rapina a mano armata, sicché il gioielliere (poi assolto) lo sparò uccidendolo”. A fare una disanima sull’Istituto normativo è stato invece Paolo Carnuccio. Montoro ha tracciato un preciso excursus storico, partendo dal diritto romano arcaico, all’illuminismo periodo storico dove si pone grazie anche a Beccaria come uno spartiacque all’eccesso di difesa personale, sino ai momenti più recenti con l’affermazione e l’attestazione dell’attuale ‘codice Rocco’ e degli istituti statali che hanno dato una moderazione alla difesa personale”. Presenti all’incontro anche il commissario prefettizio Francesco Alecci, il tenente colonnello dei carabinieri Massimo Ribaudo e il vicecommissario di polizia Maria Gaetana Ventriglia.